Estratti da “Tra cielo, terra e amore”

La vita

“La vita in fondo altro non è che energia,
oscillante a diversi livelli di intensità e frequenze:
il segreto sta nel captare tali frequenze,
riuscire poi a distinguerle
e infine essere in grado di sintonizzarsi su quella giusta,
quella che porta la felicità nel tuo cuore. “


Si parte!

‘Ridevamo e piangevamo. Un uragano di emozioni infuriava nei nostri giovani animi mentre, ancora seduti e con la cintura ben allacciata, io e Leonardo atterravamo all’aeroporto John Fitzgerald Kennedy, a soli diciannove chilometri dalla pullulante Manhattan, il cuore di New York City.

Planavamo lenti; felici senza darlo troppo a vedere, malinconici e preoccupati al tempo stesso, lasciavamo l’Italia con l’illusione di inseguire un sogno. A noi in realtà non interessava davvero l’America: noi desideravamo solo una possibilità per riscattarci, per cominciare finalmente a Vivere.

Lasciare il proprio paese non è mai cosa semplice; figurarsi per me, ingenua ragazzina di appena diciannove anni, impetuosa e fin troppo istintiva. Non avevo mai pensato di andarmene, o meglio, non sul serio; ma stavolta era per davvero: l’avevamo fatto, eravamo partiti.’


New York City

“New York City: che città magica! Le luci, i colori e l’incredibile sovraffollamento di persone e oggetti furono le prime cose a colpirmi della città che non dorme mai. I grattacieli imponenti che si innalzano altissimi, le bancarelle ricolme di ogni genere di mercanzia, i carretti che vendono hot dog, talvolta a un dollaro, talvolta a tre, i taxi gialli che si affannano incolonnati su strade larghissime, le donne che sgambettano cariche di borse dello shopping, gli uomini d’affari diretti frettolosi agli uffici di Wall Street, l’immensa e contorta linea metropolitana che si snoda sotto vie incorniciate da migliaia di negozi di ogni sorta. Era davvero come la ricordavo nei film: così caotica, così sprizzante, così viva! Gente da ogni parte del pianeta vive nella Grande Mela, ed io adoravo quella sensazione di sentirmi un po’ come al centro del mondo.”

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Hawaii

“Dal punto più alto dell’isola osservavo con rispettosa ammirazione l’infinita distesa di blu che circondava la terra e mi sentii, per la prima volta davvero, parte dell’immensità del creato, del mare, del cielo, e di tutte le cose belle che esistono su questo pianeta. Il sole caldo mi rubava il sorriso e il vento portava con sé le mie lacrime; in quel momento fuori dal tempo non rimase spazio per nulla se non per il vuoto, la totale pace dei sensi che si sperimenta pochissime volte nella vita e cancella all’istante ogni cattivo pensiero: i litigi, le botte, le urla, i rimpianti, i rimorsi, i più brutti ricordi. Improvvisamente tutto sparì e rimase solo la matura consapevolezza del miracolo dell’esistenza.”

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Madagascar

“Lungo il tragitto restai sbalordita dalla folta vegetazione e dall’apparente assenza di strutture in cemento; un torrente ci accompagnava: a tratti si potevano scorgere donne locali intente a lavare i vestiti e bambini che giocavano nell’acqua torbida. Avvicinandoci ai villaggi, spuntavano i primi mezzi di trasporto; per lo più si trattava di biciclette, scooter e Apecar che si sorpassavano a vicenda sullo sterrato, l’unica strada dell’isola al di fuori della capitale. Alcuni giovani camminavano sul ciglio a piedi scalzi tenendo in mano vecchi modelli di cellulari; le case non erano altro che piccole capanne.” 

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Alessia Ongini

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